DOMINIO DEI DATI: LA PROPOSTA DELL’UE PER ARGINARE IL POTERE DELLE BIG TECH USA
Creare un singolo mercato europeo dei dati per contrastare il dominio attuale dei c.d. GAFA (Google-Amazon-Facebook-Apple): questo l’obiettivo perseguito dalla Commissione Europea, secondo quanto si legge nel documento sul tema che sarà presentato il prossimo 19 febbraio. Ciò a cui punta Bruxelles è contrastare la posizione di egemonia dei giganti tech statunitensi e competere più efficacemente con i rivali cinesi nella regolamentazione e gestione di immense quantità di dati sensibili.
Nella proposta si evidenzia la necessità di capitalizzare la grande mole di dati industriali, professionali e di innovazione tecnologica, con il fine ultimo di “creare un singolo spazio dati europeo“. Indispensabili, dunque, l’adozione e l’implementazione di norme ad hoc, riguardanti l’utilizzo di dati a livello internazionale, la loro interoperabilità e gli standard legati al cambiamento climatico, all’industria automobilistica, ai settori manifatturiero, agricolo, energetico, healthcare, dei servizi finanziari. Una specifica disciplina dovrà poi riguardare l’uso dei dati pubblici in ambito geospaziale, ambientale, meteorologico, statistico e aziendale, per consentirne l’accesso gratuito a tutte le aziende UE.
In base a quanto riportato, la Commissione mira ad eliminare le restrizioni sulla concorrenza che limitano la condivisione di dati e ad introdurre disposizioni idonee ad impedire alle grandi piattaforme online di imporre unilateralmente condizioni per l’accesso e uso di dati o di beneficiarne in maniera sproporzionata, il tutto per “garantire che i mercati restino aperti ed equi”.
Sul tema è intervenuto il Garante Privacy Antonello Soro, che in occasione della giornata europea della protezione dei dati personali ha sottolineato come la cybersecurity implichi inevitabilmente la protezione dei dati e delle infrastrutture di cui è composto l’ecosistema digitale: “la protezione dei dati è il presupposto ineludibile della sicurezza individuale e collettiva, tanto più necessario all’epoca dei big data e dell’internet ‘di ogni cosa’. Di fronte a minacce che vanno dalla guerra cibernetica all’antagonismo politico digitale, le politiche pubbliche devono mettere al centro il valore della protezione dati quale condizione di competitività, sicurezza e assieme di libertà, per non soggiacere alla spinta neocolonialista delle autocrazie digitali”.