Rigenerazione Urbana e Smart City: Un Approccio Sostenibile per il Futuro

Rigenerazione Urbana e Smart City: Un Approccio Sostenibile per il Futuro

A cura di Tania Rea

Indice

Smart City

 

Agenda 2030 dell’ONU e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Com’è noto, il 25 settembre 2015 è stata adottata in seno all’ONU la c.d. “Agenda 2030”, che rappresenta la più recente tappa della riflessione a livello internazionale sullo sviluppo sostenibile.
In estrema sintesi, l’Agenda ha individuato 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) da raggiungere su scala globale.
Tuttavia, con riferimento all’implementazione dell’Agenda 2030, è stata resa nota la necessità di raggiungere i predetti obiettivi di sviluppo sostenibile non solo con azioni su scala globale, ma anche mediante strategie e azioni su scala locale.

Il Ruolo delle Città nella Rigenerazione Urbana

In quest’ottica un ruolo determinante l’ha rivestito la città, oggetto di uno specifico obiettivo.
Come indicato nell’Agenda 2030, “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” è uno degli obiettivi chiave (Obiettivo 11).

Peraltro, la dimensione urbana riveste un ruolo fondamentale anche nelle politiche europee di coesione territoriale e nelle politiche nazionali di rigenerazione urbana.

La “rigenerazione urbana” ambisce ad essere molto più della semplice riqualificazione edilizia, dal momento che la prima sottintende interventi di maggior respiro rispetto a quelli di mera programmazione e pianificazione del recupero o del risanamento di determinate aree urbane.
In particolare, nella sua ampia denotazione, la rigenerazione urbana vorrebbe riguardare anche la coesione territoriale e sociale. Pertanto, la riqualificazione è solo una species del più ampio genus della rigenerazione urbana, intesa, quindi, come una serie di azioni complesse che mirano a contrastare il degrado urbano, incidenti non solo sull’ambito urbanistico, ma anche sugli assetti socio-economici, culturali e occupazionali del territorio interessato, mirando al contempo non solo alla riduzione del consumo di suolo, ma anche ad un uso “accettabile” dello stesso.

Governance Sussidiaria e Partecipazione dei Cittadini

È evidente, dunque, che al centro di tutto vi sono le città.
Tuttavia, è interessante notare che nelle pratiche di rigenerazione è stato messo in discussione il tradizionale approccio autoritativo della Pubblica Amministrazione, volto a regolamentare i comportamenti collettivi secondo una visione verticistica, dal momento che quest’ultimo viene soppiantato da modelli di governance sussidiaria, espressione del principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale (1).

In altri termini, la dimensione partecipativa dei cittadini assume rilievo primario nella rigenerazione urbana, che è stato tradotto in un generale principio di “innovazione amministrativa” consistente nella ricerca di strumenti giuridici che siano idonei ad innovare il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione.

Partenariato Pubblico-Privato per la Rigenerazione Urbana: verso il modello Smart City

In tale contesto, infatti, assume un ruolo fondamentale il partenariato pubblico-privato (2), strumento in grado di contribuire all’evoluzione qualitativa e quantitativa del tessuto economico, sociale e metropolitano, dal momento che ha come obiettivo il superamento di ostacoli che spesso si frappongono alla realizzazione degli interventi infrastrutturali, soprattutto per quanto riguarda il capitolo finanziario e quello delle competenze.
Infatti, grazie al partenariato, tra il soggetto pubblico e quello privato, si instaura un rapporto che si fonda su un concetto di posizione paritaria, giacché il privato non è più inteso come mero destinatario dell’azione amministrativa, ma al contrario, diventa un soggetto attivo, al pari della PA e, quindi, del tutto partecipe all’azione amministrativa che opera nell’ottica di un’effettiva rigenerazione urbana, la quale tende sempre più al modello della smart city, luogo ideale per l’implementazione delle politiche europee volte alla realizzazione di un’Europa “intelligente, sostenibile ed inclusiva”.

Smart City: Definizione e Caratteristiche

Sebbene l’utilizzo di tale locuzione sia nota ai più, preme rappresentare che ad oggi non esiste una nozione univoca di smart city, ma secondo la Commissione Europea si tratta di un prototipo in cui la città integra tecnologie digitali nelle proprie reti, servizi e infrastrutture per diventare più efficiente e vivibile a beneficio degli abitanti e delle imprese.
In altre parole, una smart city è un’area urbana in cui, grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali è possibile ottimizzare e migliorare le infrastrutture e – di conseguenza – i servizi ai cittadini rendendoli più efficienti.
Tale definizione, quindi, prende le mosse dalla digital transformation e dallo specifico utilizzo della tecnologia IoT (Internet of Things) nei diversi capi di azione della Pubblica Amministrazione: trasporti pubblici e mobilità, gestione e distribuzione dell’energia, illuminazione pubblica, sicurezza urbana, gestione e monitoraggio ambientale, gestione dei rifiuti etc.

Benefici e interrogativi sulle Smart City

Benefici per i cittadini delle Smart City

Grazie ai dispositivi IoT, è infatti possibile raccogliere i dati, i quali, una volta analizzati, saranno utilizzati per migliorare le infrastrutture, i servizi pubblici e per rendere più semplici ed efficienti le attività quotidiane, aumentando la sicurezza pubblica, ottimizzando i flussi di traffico e migliorando l’ambiente.
Pertanto, nelle smart cities – almeno idealmente – il tessuto culturale e sociale è valorizzato dalla partecipazione dei cittadini, che sono inclusi sia nella fase di progettazione sia nella fase di messa in opera delle politiche urbane ed è presente un elevato livello di connettività, grazie alla raccolta di ingenti masse di dati (per esempio sul traffico, sulla qualità dell’aria, sull’utilizzo di un certo servizio etc.) che consente una gestione più efficiente da parte della Pubblica Amministrazione del tessuto urbano.

Interrogativi sulle Smart City

Nonostante i numerosi benefici, diversi e legittimi, quindi, sono gli interrogativi che sorgono in merito alla smart city: le tecnologie digitali sono uno strumento democratico di partecipazione? I dati dei cittadini utilizzati mediante dispositivi IoT saranno tutelati, e se sì in che modo?

Conclusione: Smart City e Gestione Intelligente delle Risorse

La rigenerazione urbana e le smart cities rappresentano un futuro sostenibile, dove tecnologia e partecipazione civica si integrano per migliorare la qualità della vita urbana. Il termine Smart City si riferisce a una città capace di gestire in modo intelligente risorse e servizi, promuovendo un’economia sostenibile e l’autosufficienza energetica per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti. In questo contesto, l’uso delle tecnologie digitali e di telecomunicazione è fondamentale per aumentare l’efficienza dei servizi tradizionali e delle reti, è quindi necessario coniugare strumenti tradizionali del diritto amministrativo con le nuove esigenze di innovazione di amministrazioni locali.


 1. Cfr. art. 118, comma 4 Costituzione: Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.

 2. Cfr. art. 174, comma 1 D.lgs. n. 36/2023: “Il partenariato pubblico-privato è un’operazione economica in cui ricorrono congiuntamente le seguenti caratteristiche:

  1. a) tra un ente concedente e uno o più operatori economici privati è instaurato un rapporto contrattuale di lungo periodo per raggiungere un risultato di interesse pubblico;
    b) la copertura dei fabbisogni finanziari connessi alla realizzazione del progetto proviene in misura significativa da risorse reperite dalla parte privata, anche in ragione del rischio operativo assunto dalla medesima;
    c) alla parte privata spetta il compito di realizzare e gestire il progetto, mentre alla parte pubblica quello di definire gli obiettivi e di verificarne l’attuazione;
    d) il rischio operativo connesso alla realizzazione dei lavori o alla gestione dei servizi è allocato in capo al soggetto privato”.

 

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