Al Senato – Intelligenza Artificiale – Contenuti, Etica e Industria – L’Introduzione al convegno del Prof. Mauro Miccio

Al Senato – Intelligenza Artificiale – Etica e Industria

L’Introduzione al convegno del Prof. Mauro Miccio

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: Luci e Ombre tra Contenuti, Etica e Industria

 

La scorsa settimana il Senato ha ospitato un dibattito ricco di spunti, promosso dalla Fondazione Italia Protagonista e dal Senatore Maurizio Gasparri, sull’impatto dell’IA sulla nostra società. L’incontro ha visto la partecipazione di figure di spicco e numerosi esperti del settore. L’evento ha toccato temi fondamentali: il ruolo dei dati, l’etica degli algoritmi e le sfide ambientali legate all’IA. Un focus particolare è stato dato al disegno di legge Meloni, attualmente in fase di valutazione al Senato, e al regolamento europeo sull’IA, entrato in vigore il 2 febbraio.

L’obiettivo dell’incontro è stato quello di promuovere una riflessione sull’Intelligenza Artificiale, evidenziando la necessità di un’IA responsabile e trasparente, che tuteli i diritti d’autore e il mondo del lavoro. Durante le relazioni sono emerse le preoccupazioni del mondo creativo europeo e la necessità di definire un regime proprietario chiaro per l’accesso e l’uso dei dati.

AI

Intervento del moderatore al convegno Prof. Mauro Miccio

Qui di seguito riportiamo l’introduzione al convegno tenuta dal moderatore Prof. Mauro Miccio, che ha stimolato le argomentazioni trattate e offerto una riflessione sulle sfide e le opportunità che l’I.A. presenta.

Introduzione al tema dei dati

Nel corso del convegno si è discusso del potere dei dati: chi li detiene, chi li analizza e come gli algoritmi, insieme ai dati, costituiscano la base dell’intelligenza artificiale. 

“Input, input : chiedeva dati, Numero 5 alla sua amica Stefanie nel film “Corto circuito” diretto John Badham nel 1986. Anche oggi parliamo di questo, di dati, o meglio, del potere dei dati: di chi li detiene li e con gli algoritmi prevede, programma e decide; dati più algoritmi, questa è l’Intelligenza Artificiale. Purtroppo abbiamo sempre più connessioni e sempre meno relazioni: la fenomenologia dello sguardo (Levinas – Ricouer) propria degli esseri umani. E’ quell’“autre me regard” che giorno dopo giorno sembra spegnersi.

Corto Circuito AI
Immagine tratta dal film Corto circuito (Short Circuit) un film di fantascienza del 1986 diretto da John Badham.

Le complessità delle Intelligenze Artificiali

Tornando ai dati, non a caso nel 2019 ci occupammo, sempre come fondazione, della tutela del copyright per sostenere le ragioni degli autori e degli editori prima dell’emanazione della direttiva 790 appunto del 2019, a tutela della proprietà intellettuale, proprio nelle sale del Senato come oggi.”

Non si tratta solo di “intelligenza artificiale”, ma di “intelligenze artificiali” al plurale, un fenomeno già presente alla fine degli anni ’90. L’I.A. semplifica la realtà, ma pone interrogativi cruciali: chi ci rappresenta? Chi decide per noi? Chi ci consente di decidere? 

“Le Intelligenze artificiali, plurale necessario, per interpretare correttamente il fenomeno, lavorano sui dati essendo una descrizione semplificata, della realtà. In sintesi gli algoritmi decidono su rappresentazioni, pensate a una cartina geografica che rappresenta luoghi. In altri termini, sembrerà un rilievo banale, ma l’I.A. senza dati è tutt’altro che intelligente: ovvero come un grande scrittore statunitense ebbe a dire tempo addietro “algorithms without data are empty; data without algorithms are blind” (J. Balkin). Quello che deve allora essere compreso, è che quello che l’opinione pubblica suole indicare sotto l’ombrello del termine A.I. non è nient’altro che una relazione simbiotica tra raw materials (i dati) e quei modelli conoscitivi impiegati per processarli (gli algoritmi), attraverso l’uso di risorse fisiche e soprattutto energetiche (i processori). Ma oltre all’energia elettrica si consumano enormi quantità di acqua per il raffreddamento dei data-center

I dati hanno un valore intrinseco, ma senza un’adeguata gestione l’intelligenza artificiale diventa inutile. La questione dei dati è centrale, poiché essi acquistano significato solo se organizzati attraverso modelli conoscitivi. Tuttavia, questi modelli comportano due grandi complicazioni:

  1. Risorse fisiche ed energetiche: I processori richiedono enormi quantità di energia e acqua per il raffreddamento dei data center, generando un impatto ambientale e socio-economico significativo.
  2. Affidabilità dell’Intelligenza Artificiale: L’I.A. deve essere trasparente e responsabile per garantire decisioni etiche e sicure.

Il framework europeo e il Ddl Meloni

“Con l’approvazione dell’AI ACT del 12/7/2024 (Regolamento 2024/1689), vengono recepiti i 7 principi chiave delle linee guida che i sistemi di A.I. devono avere per essere ritenuti “affidabili”, come indicato dal regolamento comunitario o come meglio indicato nel DDL Meloni del 23/04/2024, promuovendo “un uso , corretto, trasparente e responsabile dei sistemi di Intelligenza artificiale” (art 1 DDL).

Il regolamento sull’intelligenza artificiale (AI ACT) ha un approccio basato sul rischio. Tanto maggiore è il rischio di arrecare danni alla società, quanto più rigorose sono le regole. 

Mira a promuovere sistemi sicuri per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione Europea e stimolare gli investimenti in Europa con esenzioni di applicazione, per esempio per sistemi utilizzati per scopi di difesa o affini di ricerca. 

In sintesi:

  • rischio limitato: obblighi leggeri di trasparenza; 
  • rischio alto: autorizzazione con requisiti e obblighi per accedere al mercato e già dal 2 febbraio scorso, sono espressamente vietati in particolare si tratta di quelli che vengono definiti dall’articolo 5 del Regolamento; 
  • rischi inaccettabili, tra questi sistemi di intelligenza artificiale che utilizzano: 
    • tecniche che agiscono senza che  una persona ne sia consapevole; 
    • tecniche manipolative  o ingannevoli; 
    • sistemi che sfruttano le vulnerabilità di una persona fisica o di un gruppo di persone;  
    • sistemi che creano anche le banche dati di riconoscimento facciale mediante scraping non mirato di immagini da Internet o da filmati;  
    • sistemi per inferire le emozioni di una persona fisica nell’ambito di un luogo di lavoro o di istituti di istruzione, tranne che non sia per motivi medici o di sicurezza; 
    • sistemi di categorizzazione biometrica che classificano le persone fisiche sulla base dei loro dati biometrici per dedurne valutazioni in merito a razza opinioni, politiche, appartenenze sindacali, convenzioni religiose o filosofiche vita e orientamento sessuale; 
    • l’uso di sistemi di identificazione biometrica remota in tempo reale, in spazi accessibili al pubblico, anche a fini di attività di contrasto, a meno che tale uso sia necessario per obiettivi come la ricerca di specifiche vittime di sottrazione, tratta di esseri umani o sfruttamento sessuale o per la prevenzione di una minaccia di un attacco terroristico.”

La formazione

“Si aprono inoltre scenari estremamente significativi per quanto riguarda la formazione e la cultura sulla governance dei dati e l’uso dell’intelligenza artificiale introducendo misure per assicurare l’alfabetizzazione di chi gestisce e utilizza sistemi di intelligenza artificiale. Colmando il gap esistente tra quelle che sono le competenze già possedute e quelle necessarie. 

Si richiede un impegno collettivo per un gran numero di imprese e per la pubblica amministrazione. Ovviamente, come anche previsto, c’è la necessità di investire in formazione del personale, sia per quanto riguarda la comprensione dei sistemi, soprattutto quelli definiti, ad alto rischio dal regolamento comunitario, ma anche in vista di possibili miglioramenti o efficientamento produttivi che necessitano di riconversione del personale che si occupa di quelle determinate attività oggetto del sistema di intelligenza artificiale.”

Le questioni aperte rispetto all’IA

“In questo quadro genericamente sintetizzato si inserisce l’appuntamento di oggi, in cui l’industria dell’informazione e dell’intrattenimento chiamata a un riposizionamento importante si trova a dover assicurare alle notizie e alle opere generate dall’intelligenza artificiale, una tutela equivalente a quella post protezione degli autori, magari come meglio indicato dall’articolo 24 del Disegno di legge Meloni laddove create con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, cioè mantenendo il ruolo centrale primario della intelligenza e creatività naturale. 

Rimane sostanzialmente irrisolto se in quale misura debbano essere remunerati l’utilizzo dei dati, con cui si sono addestrati gli algoritmi di Chat GPT e, come denunciato dall’azienda americana, di cui si è appropriata indebitamente la Start-up cinese Deep Seek. La domanda finale è la seguente : a chi dovrebbero essere riconosciuti gli indennizzi?

Senza dimenticare, come verrà ricordato dagli interventi che si susseguiranno, la lettera di protesta del mondo produttivo che è arrivata forte e chiara a Bruxelles il 27 gennaio scorso a firma delle associazioni interessate, che favorirebbero le big tech tradendo legge e spirito sia della direttiva copyright del 2019 che del regolamento AI ACT 2024.”

 

Relatori all’evento

Su iniziativa del Senatore Maurizio Gasparri

INTRODUCE:

  • ALBERTO BARACHINI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’informazione e all’editoria,

MODERA: MAURO MICCIO, Counsel Studio legale “Piselli and Partners”

Relatori

  • MATTEO FEDELI, Direttore Generale SIAE
  • ALBERTO TRIPI, Special Advisor IA Confindustria
  • RICCARDO PISELLI, Adjunct Professor Luiss
  • INNOCENZO CIPOLLETTA, Presidente AlE
  • LUCA POLONI, Chief technology officer Mediaset
  • AGOSTINO SCORNAJENCHI, Ad e Dg di CDP Venture Capital SGR
  • ANTONIO BALLARIN, Chief Intelligence Officer SOGEl
  • ANTONIO MARANO, Consigliere Rai
  • STEFANO DE ALESSANDRI, Consigliere delegato FlEG
  • SERGIO CERRUTI, AFI

Organizzato in collaborazione con Fondazione Italia Protagonista

 Immagine tratta dal film Corto circuito (Short Circuit) un film di fantascienza del 1986 diretto da John Badham.

Immagine di locandina del film Corto circuito (Short Circuit) un film di fantascienza del 1986 diretto da John Badham.

 

 

 

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