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CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI 2023: ARRIVANO LE PRIME MODIFICHE

CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI 2023: ARRIVANO LE PRIME MODIFICHE

A cura di Avv. Alessandro Bonanni, Dott.ssa Gloria Ciacci

Già arrivano i primi interventi correttivi al Decreto Legislativo n. 36/2023, non ancora efficace. Il Decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57 ha infatti apportato modifiche al nuovo Codice dei contratti pubblici, intervenendo in materia di offerta economicamente più vantaggiosa e parità di genere.  

Il Decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante “Misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico”, (pubblicato in GU n. 124 del 29.05.2023), contiene le prime modifiche al Decreto legislativo n. 36/2023, che quindi comincia ad essere emendato ancor prima di acquisire effettiva efficacia. 

Nello specifico, l’art. 2, comma 1, del suddetto Decreto legge (ad oggi ancora in fase di conversione) è intervenuto modificando l’art. 108 del D.Lgs. n. 36/2023, rubricato “Criteri di aggiudicazione degli appalti di lavori, servizi e forniture”.

Il focus del correttivo riguarda l’offerta economicamente più vantaggiosa, e mira espressamente a promuovere la parità di genere. 

In particolare, l’art. 108, comma 7, del Codice è stato modificato stabilendo che le stazioni appaltanti prevedano, negli atti di gara, un maggior punteggio da attribuire alle imprese per l’adozione di politiche tese al raggiungimento della parità di genere, e che tale adozione debba essere comprovata dal possesso della certificazione della parità di genere”.

Il riferimento è alla certificazione di cui all’articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198.

Trattasi, cioè, della certificazione istituita a decorrere dal 1° gennaio 2022 al fine di attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità.

Le modifiche così introdotte sembrano rendere necessario il possesso, da parte degli operatori economici concorrenti, della certificazione in questione, che attesti l’adozione di politiche per le pari opportunità, al fine di poter conseguire l’attribuzione di punti premiali in questione, in sede di valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa (laddove, nell’originaria formulazione dell’art. 108, comma 7, del D.Lgs. n. 36/2023, risultava sufficiente una “autocertificazione” attestante il possesso dei requisiti di cui all’articolo 46-bis citato). 

L’intervento del legislatore è quindi evidentemente rivolto a sollecitare gli operatori economici a conseguire la certificazione attestante l’adozione delle politiche e delle misure concrete finalizzate a ridurre il divario di genere, per incrementare le chances di aggiudicazione dei contratti pubblici.

 

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