CARO MATERIALI: SI SUSSEGUONO NOVITA’ E COLPI DI SCENA NELL’ANNOSA PROBLEMATICA DELL’AUMENTO DEI PREZZI DEI MATERIALI E DELL’ENERGIA

L’approfondimento a cura dell’Avv. Alessandro Bonanni e della Dott.ssa Gloria Ciacci

 

Abstract

Gli eccezionali rincari dei materiali da costruzione e dell’energia continuano ad alimentare un fervente dibattito, coinvolgendo gli enti appaltanti, gli operatori economici, le associazioni di categoria ed il MIT, tutti alle prese con le spinose problematiche innescate da fenomeni inflativi abnormi e di portata globale.

Si ricorderà che alcune associazioni di categoria (tra cui l’ANCE) avevano contestato innanzi al TAR i decreti ministeriali recanti le rilevazioni degli aumenti dei prezzi, necessarie per l’applicazione dei meccanismi revisionali introdotti per tutelare le imprese dai rincari relativi ai lavori svolti nell’anno 2021.

Dopo aver dato inizialmente seguito alle richieste di tali associazioni in fase cautelare, il TAR ha però imprevedibilmente mutato indirizzo in sede decisoria.

In un quadro sempre più caratterizzato da incertezze e mutamenti di indirizzo, quindi, prosegue l’adozione dei provvedimenti attuativi del D.L. Aiuti, per i lavori svolti nel 2022 mentre, dal 1° luglio 2023, diverranno efficaci le stravolgenti previsioni introdotte dal nuovo Codice degli appalti pubblici.

 

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Alcune associazioni di categoria (tra cui l’ANCE – l’Associazione rappresentativa a livello nazionale delle imprese italiane operanti nel settore dell’edilizia pubblica e privata) avevano manifestato perplessità in merito al Decreto Ministeriale del 4 aprile 2022, relativo alla “Rilevazione delle variazioni percentuali, in aumento o in diminuzione, superiori all’8 per cento, verificatesi nel secondo semestre dell’anno 2021, dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi”, chiedendone l’annullamento innanzi al TAR per il Lazio.

In particolare, a sostegno del ricorso presentato al Tar per il Lazio, l’ANCE aveva assunto che il Decreto Ministeriale del 4 aprile 2022 sarebbe stato inficiato da un’istruttoria carente, basandosi su dati lacunosi e contraddittori, tali da condurre a una stima dell’aumento percentuale del prezzo dei materiali impiegati nel settore edilizio irragionevolmente inferiore all’aumento reale registrato sul mercato.

Il Giudice Amministrativo, in sede cautelare, si era espresso favorevolmente per l’Associazione di categoria, condividendo alcune delle obiezioni sollevate e ordinando al Ministero di condurre una nuova attività istruttoria, più approfondita, oggettiva, e coerente con i reali ed effettivi prezzi di mercato.

Sennonché, in modo per certi versi sorprendente, con la sentenza n. 6894 del 21 aprile 2023, il TAR ha concluso il giudizio ritenendo, contrariamente a quanto ravvisato in sede cautelare, che l’attività istruttoria condotta dal Ministero fosse legittima, oltre che congrua alle Linee Guida del 14 gennaio 2022 che miravano a rafforzare e omogeneizzare il processo che doveva portare alla definizione delle variazioni percentuali dei materiali da costruzione più significativi.

Con la suddetta decisione, pertanto, il Giudice, pronunciandosi per la piena legittimità del Decreto Ministeriale del 4 aprile 2022, ha di conseguenza determinato il venir meno dell’efficacia della propria precedente ordinanza cautelare, nonché, per l’effetto, anche il travolgimento dell’attività amministrativa posta in essere dal Ministero in esecuzione della medesima ordinanza cautelare.

La pronuncia in esame, dunque, con un totale ribaltamento rispetto alla fase cautelare, ha sostanzialmente “promosso” l’operato del Ministero, in relazione all’istruttoria condotta per l’applicazione del meccanismo di compensazione straordinaria approntato dall’art. 1-septies del decreto-legge 25 maggio 2021 n. 73 (c.d. “Decreto Sostegni bis”), convertito con modificazioni in legge 23 luglio 2021 n. 106, ritenendola idonea a garantire le tutele riconosciute a favore degli operatori economici.

Ne consegue che, nonostante le perplessità sollevate e condivise dallo stesso TAR in fase cautelare, il pagamento degli importi richiesti a titolo di compensazione per il rincaro dei costi dei materiali per i lavori svolti nel secondo semestre 2021 verrà liquidato sulla base di quanto già stabilito dal Decreto 4 aprile 2022.

La valutazione del TAR, che può apparire contraddittoria rispetto alla fermezza con cui, in fase cautelare, erano state condivise e accolte le istanze delle Associazioni di categoria, aggiunge un ulteriore tassello ad un quadro congiunturale particolarmente complesso, in cui il Legislatore ha dato risposte sempre diverse e via via più penetranti per contrastare le criticità determinate dai gravi fenomeni inflativi ancora in atto.

Da ultimo, sul tema, si rileva che, in data 3 maggio 2023, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto 30 marzo 2023 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, recante “Approvazione delle istanze ammissibili presentate dalle stazioni appaltanti con riferimento alle lavorazioni eseguite dal 1° gennaio 2022 al 31 luglio 2022”.

In particolare, tale provvedimento si inserisce tra quelli previsti dal D.L. n. 50/2022 (c.d. Decreto Aiuti) per sostenere le imprese rispetto agli eccezionali aumenti dei prezzi dei materiali da costruzione, nonché dei carburanti e dei prodotti energetici, relativamente alle lavorazioni eseguite nel periodo 1° gennaio 2022 – 31 luglio 2022.

Il Decreto in questione, come previsto dalla normativa, elenca le istanze delle stazioni appaltanti ritenute ammissibili, e i contributi erogabili a favore delle stesse, a valere sul Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche.

In questo contesto, viene in rilievo anche il nuovo Codice dei Contratti Pubblici adottato con D.Lgs. n. 36/2023, che sarà efficace dal prossimo 1° luglio e che, su tali tematiche, ha introdotto rilevanti novità e, persino, cristallizzato principi totalmente antitetici rispetto a quelli che erano alla base del previgente Codice del 2016, rivelatosi drammaticamente miope e inadeguato a fronteggiare situazioni straordinarie ed imprevedibili in fase esecutiva dell’appalto.

Di queste tematiche, e delle importanti novità introdotte dal nuovo Codice Appalti, si tratterà approfonditamente nel corso del Live Webinar programmato da PPI – Public Procurement Institute per il 19 luglio 2023.

 

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