EVENTO: “MERCATO INTERNAZIONALE DELL’ARTE: PROSPETTIVE E SVILUPPI NEL NOSTRO CODICE DEI BENI CULTURALI”
Lunedì 4 dicembre 2017 nella splendida cornice di Palazzo Odescalchi, ospiti di Minerva Auctions e del suo AD, Fabio Massimo Bertolo, si è parlato di mercato internazionale dell’arte, e degli nuovi scenari che si stagliano dopo la recente riforma della circolazione internazionale delle opere d’arte nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, con Silvia Segnalini, art lawyer dello Studio Piselli & Partners di Roma.
Innanzitutto vi è da dire come la riforma – di cui abbiamo abbondantemente parlato negli articoli Beni culturali: prima e dopo la “cura” parte I e parte II – non è ancora in vigore, perché mancano i decreti attuativi. La commissione ministeriale preposta ai medesimi, insediatasi il 7 novembre u.s., avrebbe dovuto concludere i lavori il 31 dicembre prossimo, ma dal dibattito è emerso che più realisticamente tali decreti verranno emanati con un mese di ritardo se non addirittura a metà febbraio 2018.
Nei decreti verrà chiarita l’applicazione della soglia di valore, ma anche si provvederà ad una correzione del regime dell’importazione temporanea, cui probabilmente verrà dato un limite temporale più cogente.
Il collega penalista Francesco Salamone, dello Studio Lemme e associati, ha parlato poi anche della imminente riforma – già approvata alla Camera e ora in commissione Senato – del regime penale relativo ai beni culturali: che verrà per la prima volta fatto uscire dal Codice dei beni culturali e del paesaggio italiano, e fatto confluire in un apposito Codice penale dei beni culturali. Il penalista ha opportunamente sottolineato come le « teste » impegnate in tale riforma non sono le stesse che hanno condotto alla riforma della circolazione internazionale: il che ha già prodotto parecchie storture e contraddizioni nelle norme, che non è possibile sapere allo stato se e quando verranno corrette.
Infine, si è fatto cenno al cd capital gain sull’arte – vedi intervista a Silvia Segnalini su ArtEconomy – per purtroppo prendere atto che è stato solo momentaneamente accantonato, e che in qualche modo rientrerà in altro provvedimento, probabilmente però in una versione alleggerita sul modello francese.