L’INTERVISTA DI PIERLUIGI PISELLI SU ITALIA OGGI SETTE

Italia Oggi 7 - Pierluigi Piselli 140316L’Avv. Pierluigi Piselli intervistato da Angelo Costa per Italia Oggi, sottolinea l’importanza dell’uso del web e del digital alla luce della modifica dell’articolo 35 del Nuovo Codice deontologico forense.

Siamo ben consapevoli del principio cardine del Web 2.0, secondo il quale “se non sei su Web non esisti”, per questo ho da tempo deciso di esserci e “esserci con qualità”. Così, l’Avv Piselli, che continua “Non solo vantiamo un nostro sito aggiornato quotidianamente, ma siamo attivamente presenti su Linkedin e Twitter con lanci mirati alle varie iniziative di approfondimento, didattiche e convegnistiche svolte anche fuori dall’Italia.  Nell’attuale universo della comunicazione, segnato da un obbiettivo eccesso di informazioni, è evidente la necessità che lanci, blog e notizie veicolino contenuti precisi e di qualità, e non vadano semplicemente ad aumentare il “rumore di sottofondo”.

Si può, secondo la sua esperienza, parlare quindi di un ruolo manageriale dell’avvocato anche alla luce delle recenti modifiche dell’art. 35?

Obbiettivamente si impone oggi, per l’avvocato, uno slittamento verso un ruolo sempre più manageriale, attraverso un impegno sull’analisi della clientela, sulle sue aspettative, sui suoi livelli di soddisfazione, su veri e propri business plans anche in relazione al budget disponibile. Si tratta di una modifica rilevante.

Si tratta quindi di vero e proprio legal marketing?

Anche se ancora si devono fare i conti con il divieto della diffusione dei nomi dei clienti (consentito solo negli Usa e nei Paesi del Nord Europa previa autorizzazione dei clienti stessi) o con l’impossibilità della pubblicazione di cases histories, oggi il Legal Marketing sta sparigliando le carte: un moderno studio legale non può fare a meno di precise strategie organizzative e promozionali finalizzate ad implementare la propria attività.

Siamo davvero sicuri che una classica comunicazione pubblicitaria fine a se stessa faccia guadagnare la fiducia del cliente?

Due sono gli aspetti problematici: il primo è legato ai costi della campagna pubblicitaria. Quanti studi legali sono oggi disponibili ad investire in tale direzione? E soprattutto, qual è il grado di efficacia di una campagna pubblicitaria a favore di uno studio legale? Ammesso che si trovino le risorse economiche, la sola campagna pubblicitaria è in grado di far scattare la fiducia del cliente basata principalmente su un rapporto intuitu personae? La partecipazione a convegni, incontri, forum e dibattiti sembra così ancora oggi più valida di qualsiasi azione pubblicitaria diretta, anche se un’azione pubblicitaria mirata potrebbe essere estremamente importante ed efficace per professionisti esperti e conosciuti al fine di consolidare la loro posizione sul mercato.

Ed in tutto questo come si colloca la modifica all’art. 35?

Permette di migliorare il panorama: una sana concorrenza fra studi professionali, con maggiore libertà di comunicazione è più che necessaria per la corretta informazione sulle peculiarità, le competenze, le specializzazioni dei singoli professionisti, sulle dimensioni dello studio, sull’ubicazione dello stesso e sulla sua incidenza territoriale, ed infine sulle sue referenze. Tutto al fine di una sempre più corretta valutazione da parte del cliente basata su una precisa analisi costi/benefici, ma anche e soprattutto della conferma della fiducia professionale che in maniera sempre più decisa si sposta sulla law firm e sul suo marchio più che sul singolo professionista ad essa appartenente. L’auspicio è che l’intuitus personae progressivamente caratterizzi sempre più non solo e non tanto la persona del singolo professionista, quanto la struttura, organicamente intesa, nel cui ambito il professionista lavora.

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