ANCHE L’AGID AL WORKSHOP “TECNOLOGIE, BLOCKCHAIN E IMPRESE” PRESSO LO STUDIO PISELLI&PARTNERS
Ampia partecipazione all’evento “Tecnologie, Blockchain e Imprese: uno sguardo al futuro”, svoltosi il 12 marzo u.s. presso lo Studio Piselli & Partners, Dipartimento Innovation.
Al centro dell’incontro, la tecnologia che sta suscitando sempre maggiore interesse da parte di aziende ed istituzioni in tutto il mondo, per le sue rilevantissime potenzialità nel ridisegnare meccanismi economici e logiche di business.
Proprio per la portata rivoluzionaria che la blockchain riveste in una molteplicità di settori, dalla finanza alla Pubblica Amministrazione, dall’energia alla sanità, lo Studio Piselli&Partners, da sempre attento alle implicazioni giuridiche dei nuovi fenomeni socio-economici, ha organizzato un evento dedicato, con lo scopo di approfondire ed esplorare la tematica.
Gli argomenti oggetto del Convegno sono stati introdotti dal Prof. Mauro Miccio, Of Counsel dello Studio, il quale, nell’evidenziare la portata pervasiva e rivoluzionaria delle nuove applicazioni tecnologiche, quali Intelligenza Artificiale, robotica e Internet of Things, tale da modificare completamente rapporti, confini e dinamiche di interi settori, ha sottolineato la necessità di istituzionalizzare una serie di regole che fungano framework socio-giuridico.
In tal senso, ha evidenziato il Prof. Miccio, la priorità è quella di definire una strategia di governance a livello europeo e mondiale, che assicuri libertà digitale, sicurezza, affidabilità e accessibilità. Con riguardo alla blockchain, cruciali appaiono le attività di standardizzazione e certificazione, aspetti sui quali lo Studio P&P sta orientando la sua attenzione e la sua attività di ricerca, avendo come riferimento le norme comunitarie ISO TC 307 ed il White Paper elaborato da CEN e CENELEC.
L’Avv. Riccardo Piselli, Responsabile dell’Innovation Department, ha posto l’accento sull’incredibile crescita del circuito Bitcoin degli ultimi anni, circostanza che ha portato all’attenzione di media, imprese e autorità pubbliche tutte le potenzialità della blockchain, nata come strumento per operare transazioni nel deep web. L’Avv. Piselli ha spiegato come essa si basi su due (non nuovissime) tecnologie dell’informazione: un sistema di registrazione delle informazioni, meglio noto come tecnologia a registro distribuito (cd Distributed Ledger Technologies), e un sistema di crittografia a chiavi asimmetriche, lo stesso che consente il funzionamento della firma digitale: dalla fusione di tali sistemi, integrati con metodologie proprie della teoria dei giochi, è scaturito uno stravolgimento totale del paradigma classico dell’economia di mercato. La blockchain consente, infatti, la creazione di sistemi di transazione peer-to-peer che non necessitano del ruolo di intermediazione di alcun cd middle man, rendendola adatta a trovare applicazione nei più svariati settori, dalla finanza all’energia, dalla proprietà intellettuale al settore farmaceutico, ridisegnandone le dinamiche e il funzionamento; il codice della blockchain finisce così per configurare in sé una indipendente istituzione economica, una inedita forma di legge, cd crittografica, sconvolgendo nel profondo le dinamiche di interazione sociale.
Le potenzialità della blockchain nel settore della sanità il tema affrontato dal Prof. Vincenzo Antonelli, docente di diritto amministrativo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha rilevato come le DLT costituiscano una preziosa occasione per la condivisione di informazioni e sicurezza, anche nell’ottica dell’implementazione della tele-medicina e nella lotta alla contraffazione di farmaci e dispositivi: tuttavia, ha osservato il Prof. Antonelli, l’attuale fisionomia del sistema sanitario conserva ancora degli ostacoli infrastrutturali che impediscono il pieno utilizzo di tali tecnologie.
Di grande interesse l’intervento del Dott. Francesco Pirro, Dirigente responsabile dell’area Innovazione della PA dell’AGID, il quale, nel richiamare le linee guida del Piano Triennale per l’Informatica 2019-2021, di recente approvazione, ha sottolineato la crescente attenzione da parte dell’Agenzia nei confronti delle tecnologie emergenti, quali appunto la blockchain, parte integrante della strategia di trasformazione digitale della Paese, anche grazie alle sperimentazioni ed agli indirizzi forniti dall’apposito gruppo di lavoro istituito presso il MISE.
L’intervento dell’Avv. Alessandro Bonanni si è incentrato sull’analisi delle disposizioni normative introdotte dal Decreto Semplificazioni, recanti una prima definizione delle “tecnologie basate su registri distribuiti” e degli “smart contract”. L’Avv. Bonanni ha posto in rilievo gli effetti giudici che possono raggiungersi quando l’autonomia negoziale dei privati viene messa in relazione con tali tecnologie, ed in considerazione della diversa funzione economica che le parti possono attribuire ai token oggetto di transazione su una blockchain, sottolineando, inoltre, come l’aspetto forse più critico di una contrattualistica basata su smart contract sia rappresentato, in questa fase, dalla necessità di trasferire fedelmente la volontà dei contraenti in un software che ne consacri l’accordo e che automatizzi l’adempimento delle conseguenti obbligazioni.
Efficacia e vantaggi della blockchain per la Pubblica Amministrazione, i profili analizzati dal Prof. Angelo Lalli, il quale ha evidenziato le potenzialità – in termini di ottimizzazione organizzativa – di servizi quali l’anagrafe, i pubblici registri immobiliari, l’interoperabilità tra i diversi sistemi informatici delle PA. Il Prof. Lalli ha, poi, osservato come le nuove tecnologie possano garantire una maggior sicurezza nella erogazione di prestazioni del welfare ai privati, quando siano subordinate al mero accertamento di requisiti compatibili con la logica binaria dei sistemi informatici e, in definitiva, possano rendere i rapporti con i privati più rapidi, sicuramente conformi a legge e sottratti, per definizione, ai rischi di corruzione. Tuttavia occorre anche notare che, da un lato, non ogni problema dell’amministrazione può essere opportunamente risolto con i predetti strumenti, dall’altro, non tutte le tipologie di blockchain appaiono compatibili con alcuni importanti principi giuridici che comunque devono governare l’azione amministrativa, tra i quali rilevano in particolare la necessaria individuazione di un soggetto che sia responsabile di ogni attività che possa avere effetti giuridici nei confronti dei terzi e il necessario rispetto dei diritti delle persone. E’ importante, quindi, che l’amministrazione comprenda le specificità funzionali delle nuove tecnologie e le usi in modo adeguato; lo stesso legislatore, che pure di recente ha avuto il merito storico di accendere il dibattito varando una prima embrionale forma di regolamentazione di tali nuovi mezzi, dovrà molto probabilmente tornare a intervenire per disciplinarli in modo più compiuto e, soprattutto, coerente con gli standard internazionali che sono in corso di definizione. A questi fini l’ausilio tecnico dell’AGID appare imprescindibile, così come l’approfondimento delle complesse implicazioni da parte degli operatori del diritto.
Il Founding Partner dello Studio, Avv. Pierluigi Piselli, si è in primo luogo soffermato sull’inquadramento sistematico della blockchain, in particolare sulle problematiche legate al possibile “termine” della stessa. Ha poi analizzato le implicazioni delle tecnologie basate su registri distribuiti nell’ambito degli appalti pubblici, le cui criticità contingenti possono trovare risoluzione proprio grazie all’utilizzo combinato di strumenti e metodologie innovative (oltre alla “catena di blocchi”, il BIM, sia in fase esecutiva che manutentiva e l’ACT), che consentano una più efficiente programmazione e gestione delle commesse, anche con riguardo agli obiettivi di prevenzione della corruzione; argomenti, questi, più ampiamente approfonditi nel volume “Public Procurement 4.0 – I nuovi strumenti digital al servizio della contrattualistica pubblica”(disponibile su www.publicprocurementinstitute.com), che inaugura la nuova Collana di Quaderni a cura del Public Procurement Institute.